GUIDO GOZZANO

Sui gradini consunti, come un povero 
mendicante mi seggo, umilicorde: 
o Casa, perché sbarri con le corde 
di glicine la porta del ricovero? 
La clausura dei tralci mi rimorde 
l'anima come un gesto di rimprovero: 
da quanto tempo non dischiudo il rovero 
di quei battenti sulle stanze sorde! 
Sorde e gelide e buie... Un odor triste 
è nell'umile casa centenaria 
di cotogna, di muffa, di campestre... 
Dalle panciute grate secentiste 
il cemento si sgretola se all'aria 
rinnovatrice schiudo le finestre. 




II. 
Il profumo di glicine dissìpi 
l'odor di muffa e di cotogna. Sotto 
la viva luce palpiti il salotto! 
E il mio sogno riveda i suoi princìpi 
nei frutti d'alabastro sugli stipi - 
martirio un tempo del fanciullo ghiotto - 
nei fiori finti, nello specchio rotto, 
nelle sembianze dei dagherottipi. 
O casa fra l'agreste e il gentilizio, 
coronata di glicini leggiadri, 
o in mezzo ai campi dolce romitaggio! 
Fu bene in te, che, immune d'artifizio, 
serenamente il padre di mio padre 
visse la vita d'un antico saggio! 
 

Wisteria di Francesco Vignoli